
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato l’intenzione di chiedere la pena di morte per Luigi Mangione, il 26enne accusato dell’omicidio di Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare, avvenuto a dicembre.
Il procuratore generale Pam Bondi ha confermato la decisione martedì, affermando che l’omicidio di alto profilo richiede la “pena massima”.
Il caso ha acceso un acceso dibattito sulla pena capitale federale, sulle motivazioni politiche e sulle implicazioni più ampie delle politiche contro la criminalità violenta sotto l’amministrazione del presidente Donald Trump.
I pubblici ministeri federali chiedono la pena massima.
Mangione è accusato di diversi reati federali, tra cui omicidio, stalking e violazioni delle leggi sulle armi, presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Manhattan.
Il Dipartimento di Giustizia ha definito l’omicidio un atto premeditato di violenza politica, citando l’ampia pianificazione e l’esecuzione in un luogo pubblico.
I pubblici ministeri sostengono che l’aggressione di Mangione fuori dall’Hilton Hotel di Midtown Manhattan il 4 dicembre fosse stata pianificata per provocare un dibattito sul settore sanitario.
Il procuratore generale Bondi ha giustificato la richiesta della pena di morte, affermando:
Brian Thompson era un padre devoto e un leader rispettato. Il suo omicidio è stato un atto di terrore premeditato. Questa amministrazione rimane impegnata a garantire la giustizia e a rafforzare la legge e l’ordine.
La difesa definisce la decisione di esecuzione “politica”.
Il team legale di Mangione, guidato dall’avvocato difensore Karen Agnifilo, ha condannato la decisione, accusando il Dipartimento di Giustizia di strumentalizzare il caso per fini politici.
“Cercando di giustiziare Luigi Mangione, il Dipartimento di Giustizia sta anteponendo un’agenda politica alla giustizia”, ha dichiarato Agnifilo.
“Questa mossa contraddice le raccomandazioni dei pubblici ministeri locali e ignora i precedenti storici.”
La difesa sostiene che il processo contro Mangione è stato influenzato da una più ampia repressione della criminalità violenta sotto la presidenza Trump. Agnifilo ha inoltre accusato il governo di difendere quello che ha definito un “sistema sanitario corrotto e sfruttatore”.
L’agenda sulla pena di morte e i cambiamenti di politica di Trump
La decisione di chiedere la pena capitale segue l’ordine esecutivo di Trump che ha ripristinato la pena di morte federale nel suo primo giorno di mandato.
Questa direttiva impone ai pubblici ministeri di perseguire la pena di morte per i reati ritenuti sufficientemente gravi da giustificare tale punizione.
Il cambio di politica segna un netto contrasto con la moratoria sulle esecuzioni federali del 2021 dell’amministrazione Biden.
Le esecuzioni federali sono riprese sotto Trump nel 2020, con 13 persone messe a morte durante il suo primo mandato – il numero più alto nella storia moderna degli Stati Uniti.
Il Death Penalty Information Center riferisce che nei due decenni precedenti alla riattivazione delle esecuzioni da parte di Trump erano state eseguite solo tre condanne a morte a livello federale.
L’arresto di Mangione e le sue continue battaglie legali
Mangione fu arrestato cinque giorni dopo l’omicidio di Thompson in un McDonald’s di Altoona, Pennsylvania.
Le autorità lo hanno trovato in possesso di un’arma da fuoco, un silenziatore, munizioni, documenti di identità falsi e un passaporto statunitense.
L’imputato non ha ancora dichiarato la sua posizione in tribunale federale, ma si è dichiarato non colpevole delle accuse statali presso la Corte Suprema di Manhattan, dove, in caso di condanna, rischia l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
New York non prevede la pena di morte, il che complica ulteriormente le procedure giurisdizionali.
A febbraio, la giudice distrettuale statunitense Katherine Parker ha nominato un esperto di pena di morte nel team di difesa di Mangione, su richiesta dei Federal Defenders di New York.
La nomina sottolinea la complessità dei casi di pena capitale e le battaglie legali che si prospettano.
Il Dipartimento di Giustizia definisce l’omicidio un “atto politico premeditato”.
Il Dipartimento di Giustizia sostiene che il crimine di Mangione non sia stato un atto di violenza isolato, bensì un assassinio a sfondo politico.
Una dichiarazione del Dipartimento di Giustizia rilasciata martedì affermava: “Le azioni di Mangione hanno comportato una pianificazione e una premeditazione sostanziali, mettendo a rischio numerosi passanti”.
L’accusa sostiene che Mangione abbia preso di mira Thompson specificamente per evidenziare le criticità del sistema sanitario statunitense.
Nonostante le crescenti sfide legali, i pubblici ministeri federali rimangono fermi nella loro richiesta della pena di morte.
Si prevede che il caso creerà un precedente per le future sentenze sulla pena capitale nell’ambito delle politiche di ordine pubblico dell’amministrazione Trump.
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