Commodity Evolution – NewsLetter Novembre 2025

Aggiornamento al 28 ottobre Andamento dei metalli industriali – Novembre 2025

Il mese si chiude con un’ondata di ottimismo sui mercati dei metalli non ferrosi, dove quasi tutte le principali quotazioni hanno messo a segno rialzi consistenti. L’alluminio e lo zinco si confermano i protagonisti assoluti del periodo, sostenuti da un ritorno della domanda industriale e da un sentiment più costruttivo sui mercati globali.

In dollari, lo zinco è il miglior performer del mese con un impressionante +10,27%, seguito a ruota dall’alluminio (+7,75%) e dal rame (+7,37%), entrambi sostenuti dal recupero del comparto manifatturiero e dall’ottimismo verso la domanda energetica. Lo stagno (+4,83%) e il piombo (+1,53%) mostrano progressi più contenuti, mentre il nichel, ancora frenato dalle incertezze sul fronte dell’offerta indonesiana, avanza di un modesto +0,60%.

In euro, il quadro resta coerente: lo zinco guida ancora con un brillante +11,06%, mentre l’alluminio sale dell’8,52% e il rame dell’8,13%, grazie anche a un cambio più stabile che ha amplificato i guadagni. Bene anche lo stagno (+5,58%) e il piombo (+2,26%), mentre il nichel si muove in territorio positivo con un +1,31%.

Nel complesso, il mese conferma un ritorno di fiducia sui metalli industriali, alimentato da aspettative di una ripresa della domanda nel settore energetico e automobilistico. L’alluminio, in particolare, torna a brillare dopo settimane di debolezza, mentre rame e zinco si candidano a chiudere il trimestre con i migliori risultati da inizio anno.

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Performance Metalli Industriali Cash $/ton

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  Performance Metalli Industriali Cash €/ton Bloomberg

Zinco: Tra Eccesso Di Offerta, Esportazioni In Ripresa E Premi Inattivi

Il mercato mondiale dello zinco entra nell’ultimo trimestre del 2025 con un nuovo equilibrio, frutto di un mix complesso di fattori: l’aumento della produzione mineraria, la riapertura graduale dell’export cinese e una tensione latente sui mercati internazionali.

Nel corso del terzo trimestre, la produzione globale di concentrati di zinco è cresciuta sensibilmente, rafforzando la posizione negoziale degli smelter cinesi, che oggi dispongono di un ampio approvvigionamento di feedstock.

Il gruppo minerario sino-australiano MMG ha riportato risultati solidi: la miniera di Dugald River (Queensland) ha prodotto 48.132 tonnellate di concentrato (+38% su base annua), mentre la miniera di Rosebery (Tasmania) ha totalizzato 10.615 tonnellate, in calo rispetto al trimestre precedente ma in linea con le attese.

Complessivamente, i due siti hanno generato 58.747 tonnellate, pari a un incremento del 26% su base annua, contribuendo ad ampliare la disponibilità di materia prima per gli impianti di raffinazione cinesi.

“Gli smelter hanno più opzioni e più potere contrattuale. Nessuno ha fretta di assicurarsi il materiale,” ha spiegato un trader di Shanghai a Commodity Evolution.

Preferenza Per Il Domestico E Penalizzazione Dell’Import

Gli operatori cinesi hanno mostrato una crescente preferenza per i concentrati nazionali, anche a causa della perdita di convenienza sulle importazioni dovuta al deprezzamento dello yuan e al calo dell’arbitraggio. Sempre più fonderie prediligono materiali con alto contenuto di metalli preziosi — come argento e indio — in grado di garantire margini di recupero più elevati.

Secondo Commodity Evolution, a settembre il differenziale medio di arbitraggio per lo zinco all’import ha registrato una perdita di 397,21 $/t, in peggioramento rispetto ai 253,81 $/t di agosto. Parallelamente, i Treatment Charges (TCs) CIF Cina sono saliti a 100-120 $/t, segnalando un mercato tornato in equilibrio dopo mesi di tensione.

“Con più materiale disponibile e meno pressione per assicurarsi feedstock, gli smelter sono tornati in posizione di forza,” ha confermato un trader di Nanchang.

Cina: Esportazioni In Ripresa Dopo Mesi Di Letargo

Sul fronte del metallo raffinato, la Cina ha sorpreso il mercato globale con un deciso rimbalzo delle esportazioni di zinco.

A settembre, le spedizioni sono balzate a 2.477 tonnellate, con un aumento del 696% su base mensile e del 158% su base annua, mentre il totale dei primi nove mesi dell’anno ha raggiunto 15.602 tonnellate, in crescita del 32,75% rispetto al 2024.

“L’aumento di settembre è stato moderato, ma segna un cambiamento di direzione,” ha dichiarato un trader di Shanghai. “Sempre più operatori monitorano il mercato e preparano spedizioni di prova.”

La tendenza riflette l’allargamento della finestra di arbitraggio e il forte rialzo dei prezzi LME, spinti dalla scarsità di scorte e da una backwardation record, che ha incentivato le fonderie a guardare nuovamente ai mercati esteri.

Importazioni In Calo E Un Arbitraggio Sempre Più Favorevole All’Export

Le importazioni di zinco raffinato in Cina, invece, sono diminuite drasticamente: a settembre si sono fermate a 22.678 tonnellate, –11,6% rispetto ad agosto e –57% rispetto a un anno prima.

Nel periodo gennaio-settembre, le importazioni totali hanno raggiunto 258.224 tonnellate, in calo del 19,27% su base annua.

Il forte differenziale di prezzo tra LME e SHFE continua a rendere più redditizio esportare che importare. Al 22 ottobre, lo zinco LME ha chiuso a 3.019,5 $/t, mentre il contratto SHFE si è assestato intorno ai 22.000 yuan (3.087 $/t), mantenendo uno spread positivo a favore dell’export.

“Il mercato sta lentamente riaprendo la finestra di arbitraggio,” ha spiegato un operatore. “Con il differenziale attuale, l’export torna interessante — ma restano incertezze sui costi e sulla politica commerciale.”

Prime Spedizioni Di Prova E Attesa Sul Mercato Internazionale

Con l’avvicinarsi della fine di ottobre, piccoli lotti di zinco raffinato cinese hanno cominciato a essere spediti verso l’Asia e il Medio Oriente.

Non si tratta ancora di volumi rilevanti, ma di spedizioni pilota — da poche decine a qualche centinaio di tonnellate — che indicano una prudente riapertura del commercio.

“Siamo in attesa disperata di metallo cinese,” ha dichiarato un trader di Singapore. “Ci sono offerte, ma nulla di concreto.”

Il parallelo con il marzo 2022 è immediato: allora la Cina aveva esportato circa 80.000 tonnellate in pochi mesi, riducendo le tensioni globali. Oggi, molti operatori sperano in un effetto simile.

Backwardation Record All’LME E Tensione Sul Breve Termine

La backwardation dello zinco al LME — ovvero il differenziale tra prezzo spot e prezzo a tre mesi — ha raggiunto un record storico di 338,74 $/t il 22 ottobre, segnalando una tensione senza precedenti sul metallo fisico disponibile a breve.

Tuttavia, secondo Commodity Evolution, questa non è una carenza strutturale ma un effetto di speculazioni finanziarie e spostamenti tattici di metallo tra magazzini. “È una scarsità logistica, non produttiva,” ha spiegato un trader europeo. “Il metallo c’è, ma non è nel posto giusto.”

Premi A Shanghai: Stabilità E Attesa

Mentre il mercato LME resta teso, in Cina regna la calma. I premi dello zinco SHG 99,995% CIF Shanghai si sono mantenuti invariati a 110-130 $/t, livelli stabili da giugno, in un contesto di scambi ridotti e domanda debole.

L’arbitraggio all’export mostra margini sottili — intorno ai 10 $/t — insufficienti per alimentare un vero flusso commerciale.

Al contrario, l’arbitraggio all’import continua a peggiorare, con una perdita di 499,97 $/t calcolata il 21 ottobre, rispetto ai 472,24 $/t della settimana precedente.

“Le opportunità ci sono solo sulla carta,” ha ammesso un trader del Guangdong. “In pratica, i costi cancellano i margini: è un mercato di sopravvivenza, non di profitto.”

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Premi Zinco Cina $/ton – Powered by Commodity Evolution

Zinco LME: Tra Rimbalzo E Consolidamento, Il Mercato Cerca Una Nuova Direzione

Dopo un anno di forti oscillazioni e un recupero deciso nei mesi estivi, il mercato dello zinco entra nel quarto trimestre del 2025 con il fiato sospeso. I prezzi LME a tre mesi, che solo in aprile erano precipitati sotto i 2.600 $/t, hanno riconquistato terreno, superando a ottobre la soglia psicologica dei 3.000 $/t — un livello che non si vedeva da inizio anno.

La dinamica è figlia di un duplice equilibrio: da un lato l’abbondanza di concentrati minerari, che mantiene sotto controllo i Treatment Charges (TCs) e limita il rischio di carenze strutturali; dall’altro, una tensione evidente sul mercato del metallo raffinato, acuita dalla backwardation record del LME e dalle scorte ai minimi.

Una Ripresa Che Si È Consolidata Nei Mesi Estivi Dopo la lunga discesa iniziata a gennaio e culminata nel crollo primaverile, lo zinco ha trovato un solido punto di svolta tra maggio e giugno, in corrispondenza di un rafforzamento della domanda industriale e della ripresa del comparto energetico.

Da quel momento, la curva dei prezzi ha assunto una configurazione rialzista più regolare: massimi crescenti, minimi sempre più alti e una media mobile che funge da linea di sostegno dinamico.

Gli indicatori tecnici mostrano un momentum positivo, seppure in rallentamento. Il MACD rimane in territorio neutrale-rialzista, segno che i compratori conservano ancora il controllo del mercato, ma senza eccessi speculativi.

Fattori Fondamentali: Il Peso Della Cina E Le Scorte LME

Dal punto di vista dei fondamentali, il terzo trimestre ha visto una netta espansione della produzione di concentrati, soprattutto grazie ai siti australiani di MMG. Questo ha garantito agli smelter cinesi un flusso costante di materia prima, permettendo loro di negoziare TCs più favorevoli e mantenere una posizione di forza.

Parallelamente, le esportazioni di zinco raffinato cinese — dopo mesi di stasi — hanno ricominciato a muoversi. Settembre ha segnato un incremento di quasi il 700% rispetto ad agosto, e il trend potrebbe proseguire nel Q4, se la finestra di arbitraggio resterà aperta.

Il nodo centrale resta però la backwardation: la differenza tra prezzo spot e prezzo a tre mesi ha toccato livelli record, oltre 330 $/t, segnalando un mercato teso e sbilanciato sul breve termine. Gli analisti, tuttavia, ritengono che questa tensione sia più frutto di manovre speculative e “giochi di magazzino” che di una reale carenza di metallo.

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Zinco LME – 3 mesi $/ton – Powered by Commodity Evolution

Scenario Più Probabile Per Il Q4 2025 Entrando nel quarto trimestre, il quadro tecnico e fondamentale lascia intravedere un periodo di consolidamento rialzista.

Dopo aver testato più volte la soglia dei 3.050-3.080 $/t, il mercato sembra destinato a muoversi in un canale compreso tra 2.950 e 3.150 $/t, con tendenza moderatamente positiva.

  • Target base (scenario centrale): 3.050-3.150 $/t

Outlook: Stabilità Con Margini Di Forza In sintesi, il Q4 2025 dello zinco potrebbe essere ricordato come una fase di transizione: meno frenesia rispetto ai mesi precedenti, ma con la concreta possibilità di chiudere l’anno sopra quota 3.000 $/t.

Il mercato resta fragile, ma non più vulnerabile.

L’ampia disponibilità di concentrato limita i rischi di impennate speculative, mentre l’interesse crescente per l’export cinese offre un nuovo equilibrio ai flussi globali. In altre parole, lo zinco entra nell’ultimo tratto del 2025 su fondamenta più solide, pronto a difendere — e forse migliorare — il terreno riconquistato.

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Forecast CE a 3 mesi Sullo Zinco LME 3 mesi $/ton – Powered by Commodity Evolution

Previsioni Zinco: Il Modello Forecast Commodity Evolution (CE) Indica Stabilità, Ma Con Margini Al Rialzo

Le simulazioni del modello MBB (Moving Block Bootstrap) offrono una visione prudente ma costruttiva sull’evoluzione dei prezzi dello zinco nel quarto trimestre del 2025 e l’inizio del 2026.

Dopo il recupero estivo, il forecast mediano (percentile 50%) suggerisce una fase di stabilizzazione tra 3.050 e 3.150 $/t, coerente con la dinamica di consolidamento osservata negli ultimi mesi. Il modello, che si basa su una ricombinazione empirica dei rendimenti storici senza ipotesi teoriche, evidenzia come il mercato stia ritrovando un equilibrio dopo un 2025 segnato da forte volatilità.

Gli scenari superiori, rappresentati dal percentile 75%, mostrano tuttavia la possibilità di un’estensione rialzista fino a 3.350-3.400 $/t entro gennaio 2026, in caso di prolungata backwardation LME o di una ripresa più decisa della domanda industriale. Al contrario, il percentile 25% individua il limite inferiore intorno ai 2.850 $/t, corrispondente a un possibile scenario di normalizzazione delle scorte e allentamento dell’arbitraggio.

Nel complesso, il cono di previsione del modello MBB indica un mercato più stabile ma non privo di rischio, con una volatilità ancora elevata ma distribuita in modo più bilanciato tra gli scenari rialzisti e ribassisti.

In sintesi, lo zinco sembra avviarsi verso una fine d’anno di consolidamento controllato, con una probabilità crescente che i prezzi restino sopra i 3.000 $/t e una finestra di opportunità per nuovi impulsi rialzisti nel primo trimestre del 2026.

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