Secondo l’associazione di categoria italiana Assofermet, il taglio delle tasse deciso dal governo italiano per alleviare il peso dei prezzi dell’energia sui settori ad alta intensità energetica ha fatto sì che molte acciaierie riprendessero la produzione, incrementando così la domanda di rottame.
Ciò sta causando un leggero aumento dei prezzi sul mercato nazionale, di circa 15-20 euro/tonnellata, in presenza di una buona domanda di rottami all’inizio di ottobre.
La speranza dei venditori di rottame è che questo aumento, ma soprattutto la domanda di rottame, si consolidi. Tuttavia, l’incertezza continua ad aleggiare, soprattutto per quanto riguarda i costi dell’energia e l’instabilità della situazione politica internazionale.
Se le acciaierie riprenderanno a lavorare su tre turni, la disponibilità di rottame, che per ora rimane sufficiente, potrebbe comunque scendere al di sotto del fabbisogno.
La riapertura del settore siderurgico a settembre, dopo la pausa di agosto, è stata spesso influenzata dalle interruzioni della produzione e dalla debolezza della domanda di rottame. Dal punto di vista dei prezzi, il mese scorso lo scenario è rimasto per lo più stabile, ma il consumo ha continuato a diminuire. La maggior parte delle acciaierie ha lavorato soprattutto di notte per risparmiare sulle bollette energetiche, ma anche per ridurre la produzione di prodotti finiti, colpita da bassi volumi di vendita.
I primi giorni di ottobre hanno mostrato segnali di aumento dei prezzi a livello internazionale. L’ulteriore indebolimento dell’euro, che si è stabilizzato intorno alla parità con il dollaro, potrebbe rilanciare le esportazioni di prodotti finiti.
Nel frattempo, in Italia continua la tendenza al calo dei prezzi della ghisa. La disponibilità e le offerte rimangono abbondanti da Russia e Ucraina. Il Brasile rimane fuori dal mercato italiano.
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