Il mercato mondiale dello zinco, nel pieno di una stagione caratterizzata da incertezze industriali e ritardi nelle trattative, sta attraversando un momento di calma apparente che nasconde tensioni e divergenze sempre più evidenti tra Europa, Stati Uniti e Asia.
Tre regioni, tre velocità differenti, un’unica domanda di fondo: dove si sta muovendo la domanda reale?
Le informazioni raccolte da Commodity Evolution raccontano un panorama complesso, dal ritmo rallentato ma tutt’altro che privo di spunti decisivi per l’anno che verrà.
Una Europa In Stallo: Premi Alti, Domanda Fiacca, Contratti Bloccati
In Europa, il termometro del mercato è rimasto sorprendentemente stabile. I premi dello zinco SHG (min. 99,995%) su base fca Rotterdam e fca Antwerp si sono fermati su un intervallo di 230-250 $/t, immutati da quasi un mese.
È una cifra che da sola non trasmette la tensione che serpeggia sotto la superficie.
I produttori, infatti, stanno spingendo con forza per definire un nuovo benchmark europeo per il 2026, aumento compreso. Alcuni tra i maggiori operatori del settore hanno avanzato proposte nell’intervallo 240-250 $/t, una soglia giudicata “inaccettabile” da più di un trader.
“I produttori vogliono alzare l’asticella, ma nessuno ha ancora firmato,” confida a Commodity Evolution un operatore europeo. “Il punto è capire chi sarà il primo a cedere.”
Il mercato, però, racconta altro: la domanda di zinco nella seconda parte dell’anno è rimasta piatta, senza segnali di ripresa. Chi commercia il metallo teme di legarsi a contratti di lunga durata che, con premi troppo alti, diventerebbero difficili da gestire in un contesto di domanda industriale incerta.
Non sorprende quindi che molti preferiscano un benchmark compreso fra 215 e 240 $/t, soglia ritenuta più coerente con il contesto macroeconomico e con l’andamento della domanda.
Anche l’Italia non fa eccezione:
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fca dp Italy: 265-285 $/t;
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ddp Italy: 285-305 $/t.
Premi stabili, ma con una domanda che, secondo vari operatori, resta “fiacca e poco reattiva”.
Stati Uniti A Rilento: Spot Debole, Festività E Surplus Globale
Dall’altra parte dell’Atlantico, il mercato statunitense dello zinco procede con un passo ancora più lento. La settimana del Thanksgiving — tradizionalmente caratterizzata da attività ridotta — ha amplificato una quiete già evidente nelle settimane precedenti.
Il premio SHG ddp Midwest US è sceso a 17-20 cent/lb, dopo essere rimasto più alto (18-20,50 cent/lb) nella settimana precedente. Le transazioni effettive confermano un mercato morbido:
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un’offerta è stata registrata a 17 cent/lb;
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un contratto è stato concluso sotto i 20 cent/lb;
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e diverse indicazioni spot oscillano fra 18 e 20,50 cent/lb.
Un partecipante riassume così la situazione: “Il metallo è disponibile da una moltitudine di fonti. Non c’è scarsità, quindi il mercato non ha motivo di correre.”
La disponibilità diffusa di unità e la domanda industriale meno pressante giocano a favore dei compratori, mentre pesa sempre di più il ritardo nelle trattative per i contratti 2026.
Secondo alcune aspettative iniziali, molte negoziazioni avrebbero dovuto chiudersi entro Thanksgiving. La realtà è differente: le trattative proseguono, lente, senza la spinta decisiva per arrivare a una conclusione.
A complicare il quadro è arrivato un nuovo aggiornamento dall’International Lead & Zinc Study Group (ILZSG). Secondo le stime, il mercato globale dello zinco raffinato ha registrato:
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surplus di 20.300 tonnellate nel solo mese di settembre;
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surplus cumulato di 120.500 tonnellate nei primi nove mesi del 2025.
Il surplus, inoltre, è in fase di “rivalutazione”: l’ILZSG ha recentemente limato al ribasso le stime di produzione di luglio e agosto, riducendo gli eccedenze originariamente previste. Ciò porta a un surplus implicito di circa 70.000 tonnellate nel terzo trimestre, sostanzialmente in linea con le previsioni di Commodity Evolution.
Il messaggio è chiaro: il mondo non ha un problema di scarsità di zinco. Anzi, ne ha fin troppo.
Un contesto che spiega la debolezza dello spot statunitense e contribuisce a frenare l’entusiasmo dei produttori europei sul fronte dei premi 2026.
Asia Tra Immobilismo E Differenziazione: Shanghai Congelata, Sud-Est Asiatico In Cerca Di Equilibri
Se Europa e Stati Uniti procedono lentamente, l’Asia mostra un quadro ancora più frammentato, dove la geografia del commercio dello zinco determina dinamiche molto diverse da paese a paese.
A Shanghai, i premi dello zinco SHG (99,995%) sono rimasti immutati ancora una volta, fermi a 110-130 $/t cif Shanghai e 120-130 $/t in-whs Shanghai, livelli che si trascinano da giugno senza variazioni.
È un immobilismo che ha una causa precisa: l’arbitraggio di importazione è ancora profondamente sfavorevole.
Premio Zinco Purezza Al 99,995% Shanghai CIF – Cina – Shanghai $/ton – Powered by Commodity Evolution
Il calcolo aggiornato indica una perdita di 456,36 $/t, peggiorata rispetto ai -437,35 $/t della settimana precedente.
Con simili condizioni, nessun trader cinese trova conveniente importare materiale: portare zinco dall’estero significa perderci subito, e perderci molto.
Non sorprende quindi che la liquidità sia evaporata.
“È stata una settimana lentissima. Non ho sentito offerte fresche né contratti conclusi,” spiega una fonte di Shanghai.
Il mercato, in pratica, è fermo, con volumi minimi e scambi prossimi allo zero.
Sud-Est Asiatico: Materiale Cinese Poco Accettato, Quello Coreano Regge I Premi
Nel Sud-Est asiatico, invece, il movimento c’è — ma non è uniforme.
L’arrivo di nuovo materiale cinese ha inizialmente esercitato una pressione ribassista, portando i premi cif Southeast Asia a 120-150 $/t, con la parte bassa della fascia abbassata di 10 $ rispetto ai 130-150 $/t precedenti.
Un accordo per metallo cinese — fra 110 e 120 $/t cif, per un lotto di 500-1.000 t — conferma la tendenza. Eppure, anche con prezzi competitivi, il mercato reagisce con cautela.
La realtà è che le marche cinesi non sono particolarmente conosciute dagli utilizzatori regionali, molti dei quali preferiscono evitare l’acquisto se il premio è identico a quello delle marche più consolidate.
“Se il prezzo è lo stesso, gli utenti preferiscono non prendere unità cinesi,” racconta una fonte basata a Singapore.
A sostenere la parte alta del range sono invece i carichi provenienti dalla Corea del Sud, stimati tra 140 e 150 $/t cif, benché disponibili in quantità molto limitate a causa della ridotta offerta di unità marchiate Korea Zinc.
Anche i premi fca Singapore e fca Malaysia restano stabili a 110-125 $/t, segno che il mercato spot è presente ma fragile.
Sul fronte dei magazzini, la situazione è stabile:
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Singapore: 26.600 t on-warrant;
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Malaysia: 1.050 t on-warrant.
Livelli che confermano un mercato fornito, ma senza eccessi.
Conclusione: Tre Mercati, Un’unica Incertezza
Dalla calma tattica europea ai passi felpati del Midwest statunitense, fino alla frammentazione asiatica tra immobilismo cinese e resistenze del Sud-Est asiatico, il mercato globale dello zinco entra nell’ultima parte dell’anno in una condizione singolare: molto metallo disponibile, poca chiarezza sulla domanda reale.
I produttori europei vorrebbero inaugurare il 2026 con premi più alti, ma la debolezza della domanda e il surplus globale raccontato dall’ILZSG suggeriscono prudenza.
Gli Stati Uniti confermano un mercato abbondante e privo di tensioni, mentre in Asia l’arbitraggio sfavorevole e la scarsa fiducia verso alcuni marchi stanno ridisegnando le rotte commerciali.
La sensazione condivisa dagli operatori è che il 2026 non inizierà con un mercato in accelerazione, ma con un settore che dovrà ancora fare i conti con un eccesso di offerta e una domanda poco brillante.
Lo zinco, oggi, si muove lentamente.Ma proprio quando i mercati sembrano immobili, spesso iniziano i cambiamenti più significativi.
L’articolo Il Mosaico Globale Dello Zinco: Europa Ferma, USA Lenti, Asia Divisa proviene da Commodity Evolution.




